ETÀ PRESCOLARE
FREQUENTI MOTIVI DI CONSULTAZIONE
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Difficoltà di linguaggio recettivo ed espressivo
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Difficoltà nelle competenze comunicative e della componente pragmatica del linguaggio
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Difficoltà nei prerequisiti scolastici
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Problemi comportamentali
Durante l'età prescolare si assiste ad una serie di nuove acquisizioni dello sviluppo, che portano il bambino ad essere più abile nel comunicare e più libero di esplorare e capire il mondo:
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- sviluppo cognitivo: in questo stadio il bambino è in grado di utilizzare i simboli, e prende piede la capacità di decentramento rispetto al proprio punto di vista
- sviluppo linguistico: il linguaggio espressivo diviene sempre più complesso ed evoluto
- sviluppo motorio: vengono acquisite routine (allacciarsi le scarpe, andare in bicicletta) che rendono il bambino più autonomo
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Si parla di ritardo di sviluppo quando l'insediamento delle funzioni motorie, linguistiche e di regolazione non avviene nei tempi previsti. Il ritardo di linguaggio, ad esempio, si presenta come un rallentamento del fisiologico sviluppo delle competenze linguistiche per cui il linguaggio attraverserà le stesse fasi dei bambini con sviluppo di linguaggio tipico, ma con tempi di comparsa diversi. Si identifica nell’età dei 24 mesi, la soglia significativa per segnalare un eventuale ritardo di linguaggio. E' possibile stimare un ritardo di linguaggio se a 24 mesi il numero di parole prodotte è inferiore a 50 e/o manca la combinazione di due parole in un unico enunciato.
I bambini con queste caratteristiche vengono definiti come parlatori tardivi ed il 3% dei soggetti parlatori tardivi mantiene un disturbo persistente, svilupperà cioè un disturbo di linguaggio.
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In caso di mancato insediamento delle competenze attese è possibile programmare interventi tesi al loro potenziamento e atti a favorire tutti i successivi sviluppi. I professionisti di riferimento sono il neuropsichiatra infantile, il neuropsicologo ed il logopedista, che si occupano di seguire i bambini nel percorso di sviluppo neuropsichico cercando di potenziare nel modo migliore caratteristiche e competenze proprie del bambino.
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Il ritardo di linguaggio verrà valutato e monitorato periodicamente fino ai tre anni, con eventuale intervento che utilizzerà modalità di presa in carico volte a monitorare, indirizzare e sostenere i cambiamenti del bambino anche attraverso il coinvolgimento attivo dei genitori; verso i 3 anni di età, il clinico valuterà se sia opportuno o meno un intervento più specifico, diretto, di tipo riabilitativo o se il ritardo abbia caratteristiche che prevedono una evoluzione positiva spontanea (per esempio nel caso dei "parlatori tardivi").